Ragazzo Negro di Richard Wright

PresƬdi del Libro Manfredonia

 


Quando avevo finito di strofinare i pavimenti rimanevo a guardare le interminabili partite ai dadi che si svolgevano nei guardaroba, ma senza mai prendervi interesse al punto da parteciparvi. Il giuoco non mi aveva mai attirato. […]
Io me ne stavo seduto ad ascoltarli per ore, chiedendomi come mai potessero ridere cosƬ liberamente, cercando di spiegarmi il miracolo che dava alle loro vite degradate l’apparenza d’un’esistenza umana.


Un racconto aggrappato alla realtĆ , "vissuto alla giornata": la lenta maturazione d'un giovane solo e arrabbiato, avido di conoscere, affamato di parole e di libri. "Ragazzo negro", quasi un romanzo di formazione, ĆØ l'autobiografia simbolica di Richard Wright, scrittore negro nativo del Mississippi, dapprima sguattero, spazzino, spalatore, poi impiegato alle poste, agente di assicurazioni, disoccupato, infine narratore di brevi racconti pagati pochi dollari a cartella. L'esperienza di vivere nelle cose, scoprire le parole come arma di liberazione: il coraggio di progettare la propria esistenza proiettandola verso il viaggio dell'utopia come scelta d'una fuga che non ĆØ piĆ¹ passiva sconfitta.

Scritto nel 1945, questo libro autobiografico si lascia divorare dal lettore, per la sua prosa priva di retorica ma profondamente poetica. ƈ il coraggio e la determinazione di un ragazzino nero, curioso e disobbediente, che conosce l’asprezza della vita, senza piegarsi al giogo imposto a quelli come lui.
SarĆ  quella disobbedienza, che nel corso degli anni assumerĆ  dimensioni sempre piĆ¹ ampie, sfociando nelle lotte non violente di Martin Luther King e piĆ¹ oltranziste di Malcom X e di Potere Nero.
ƈ la disobbedienza di una Rosa Parks, attivista statunitense che nel 1955 si rifiutĆ² di cedere il posto a un bianco su un autobus a Montgomery in Alabama, dando origine a un boicottaggio, cui seguiranno altre lotte, che porteranno grandi riforme e lo spargimento di fiumi di sangue. ƈ la stessa irrequieta presa di coscienza, che anima il piccolo Richard nei lontani anni Venti del secolo scorso, quando nel Sud degli Stati Uniti imperversava il Ku Klux Klan e i bianchi avevano diritto di vita e di morte sui neri.


Richard Wright (Natchez, 1908 – Parigi, 1960) ha avuto negli anni un enorme successo (in particolare nella scolastica) per Black Boy, qui ancora tradotto come Ragazzo negro (Einaudi, 2006), un memoir che ripercorre la biografia dell’autore dall’infanzia nel Sud degli Stati Uniti fino alla militanza nel partito comunista e al suo apprendistato da scrittore a Chicago. Considerato uno dei grandi maestri della letteratura americana, ĆØ autore di diversi romanzi – tra i quali ricordiamo Paura  e Ho bruciato la notte  – una lunga serie di saggi e due raccolte di racconti: I figli dello Zio Tom e Otto uomini, fino a oggi inedito nella sua integritĆ  in Italia.



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