I treni della felicità di Giovanni Rinaldi

Presìdi del Libro Manfredonia

 «I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» 

Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno». 



Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l’abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un’accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un’Italia popolare eppure profondamente nobile.







L'autore


Giovanni Rinaldi è nato a Cerignola (Fg) nel 1954, vive a Foggia. Ha studiato all’Istituto della Comunicazione e dello Spettacolo del DAMS di Bologna e dal 1973 al 1976 ha svolto un’attività di pratica e ricerca teatrale con il Gruppo di Drammaturgia 2 guidato da Giuliano Scabia, raccontata in forma collettiva nel volume Il Gorilla Quadrumano. Fare teatro/Fare scuola. Il teatro come ricerca delle nostre radici profonde, Feltrinelli, Milano 1974. È autore, con il regista Alessandro Piva, di un progetto di ricerca storica, “I treni della felicità”, sull’accoglienza all’infanzia nei primi anni del dopoguerra. Dal lavoro di ricerca sono scaturiti un libro e un film. Nel settembre 2009 è uscito per Ediesse il suo libro I treni della felicità. Storie di bambini in viaggio tra due Italie, con prefazione di Miriam Mafai (finalista al Premio letterario Alessandro Tassoni di Modena). Nel 2011 il film documentario Pasta nera di Alessandro Piva, presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Al suo libro “I treni della felicità” è ispirato lo spettacolo teatrale “Criucc’ il racconto dei treni della felicità” della compagnia Teatri della Viscosa.

Il suo ultimo libro C’ero anch’io su quel treno. La vera storia dei bambini che unirono l’Italia, Solferino, Milano 2021, ha vinto il Premio Croce 2022 di Pescasseroli per la Letteratura giornalistica. 




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