Spazio il vuoto davanti § Michele Tetro

Presìdi del Libro Manfredonia

 

"L’idea dello spazio mi spaventa da sempre.

Pensavo che lo spazio fosse più buio del buio e più freddo del freddo

e peggio ancora, vuoto. Non c’è posto più solitario.

 Mia madre pensa che lo spazio non sia vuoto,

che sia pieno di materia oscura che non vediamo.

Si tratta di scoprire cosa c’è nei posti che credevi vuoti".

– Penny Robinson, dalla serie tv Lost in Space




"Non appena ci mettiamo a contemplare il cosmo ci prende l’emozione,

un brivido della spina dorsale, un tremito della voce, un’oscura sensazione

– come un ricordo lontano – di cadere nel vuoto. 

Sappiamo di affrontare il massimo dei misteri.

Il cosmo è ricco, al di là di ogni misura, di verità raffinate,

di connessioni e meccanismi sottili che ispirano un timore reverenziale".

– Carl Sagan, Cosmo


"Universo", "spazio", "cosmo"… le definizioni stesse che oggi abbiamo di questi concetti, rapportati ai nostri sensi e in continuo mutamento, vanificano immancabilmente ogni tentativo di appropriarsi adeguatamente della materia in oggetto.

Com’è possibile confrontarsi con qualcosa che ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ed è "nato" più o meno 13 miliardi di anni fa da un’inconcepibile esplosione progressiva, ancora oggi in fase di espansione? Tali grandezze sfuggono a ogni tentativo di reale comprensione della mente umana, che è costretta ad addomesticare, ridurre e comprimere una realtà altrimenti così "oltre" ogni parametro di umana consapevolezza da risultare alla fine illeggibile, estranea e aliena.

A nostra disposizione abbiamo due soli strumenti per azzardare timide esplorazioni al di là della nostra realtà terrena: la scienza e la fantasia. Tali strumenti rappresentano una bussola utile per non perderci nel gran mare di soli che, dagli inizi dei tempi, ci attira così prepotentemente, quasi a vantare un misterioso e ineffabile legame pulsante con le stelle e il vuoto, un richiamo insistente da parte delle nebulose stellari che riempiono di meraviglia e terrore l’animo umano.

In questo libro si evidenzia come l’uomo sia stato in grado (se poi lo è stato davvero) di "appropriarsi" del cosmo, dello spazio interstellare, dell’Universo infinito attraverso il mito, le visioni prescientifiche, l’arte, la scienza, l’esplorazione spaziale, la narrativa, l’illustrazione, il cinema e l’arte.

Tentare di comprendere lo spazio è forse il più alto momento di gloria concesso all’essere umano, e le insondabili distese cosmiche sono il definitivo attrattore del nostro pensiero.