Le ragioni che ci inducono a esaminare in maniera approfondita la produzione animata di serie realizzata in Giappone negli anni Ottanta sono numerose. A nostro avviso ĆØ conveniente procedere con ordine elencando almeno le principali di queste ragioni, la cui natura non puĆ² che essere innanzitutto scientifica. Prima di addentrarsi nel discorso specifichiamo che l’analisi qui condotta riguarda per l’esattezza le opere a disegni animati prodotte (soprattutto per il mercato televisivo oppure per quello del video domestico) nell’arcipelago nipponico in un arco temporale compreso tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta. L’indagine necessita quindi di un piccolo allargamento sotto l’aspetto storico. Alcuni dei piĆ¹ rilevanti fenomeni di ordine sociale, estetico e antropologico dai quali l’animazione seriale giapponese ĆØ influenzata tanto a livello formale quanto a livello contenutistico prendono infatti l’avvio negli anni Settanta e raggiungono per cosƬ dire la maturitĆ nel corso degli anni Novanta, come constateremo nei successivi capitoli.
Marcello Ghilardi PREFAZIONE
Ogni tradizione culturale si costruisce e acquista consapevolezza di sĆ© a posteriori, attraverso un lavoro di distanziamento e insieme di elaborazione critica dei propri presupposti, della propria storia e della propria identitĆ che, in quanto sempre plurima e sfaccettata, impone un’interrogazione e un’analisi sempre nuove. Un processo analogo accade per ogni generazione. C’ĆØ bisogno di un tempo di incubazione e di sviluppo, e in seguito una serie di atti di comprensione e reinterpretazione perchĆ© una generazione possa pensarsi, perchĆ© possa riconoscersi, smarcandosi da quelle che l’hanno preceduta, affermando alcuni caratteri o esperienze che l’hanno contraddistinta e che forse la definiranno anche in rapporto alle generazioni successive. Certo, le esperienze e i caratteri assunti come significative variano a seconda dei soggetti che le scelgono; inoltre, si possono anche trasformare con il passare del tempo, venendo riconsiderate e alla luce di nuove relazioni ritenute significative. Come non esistono identitĆ psicologiche univoche e monolitiche, dipendenti da criteri incondizionati e immutabili, cosƬ non esistono nemmeno identitĆ generazionali o culturali che possano vantare immutabilitĆ di forme e di interpretazioni, o che possano pretendere di mantenere una definitezza e un valore assoluti.Penso che questo lavoro di Marco Teti contribuisca in modo importante alla possibilitĆ di elaborare alcuni tratti importanti che hanno segnato la storia e l’immaginario generazionali di coloro che, nati tra l’inizio degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, sono cresciuti assistendo all’espansione in Italia della cultura popolare giapponese, grazie in primo luogo alle serie animate trasmesse in televisione e, in seguito, grazie alla diffusione dei manga.